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15
MAR | 2021
Winology (Parte I)
Di cosa parliamo quando parliamo di vino
Acquistare una bottiglia di vino è un atto che trascende l’aspetto commerciale. Il vino, altrimenti definito da illustri divulgatori come liquido odoroso, porta con sé un ricco bagaglio di storia, competenze, passione e artigianalità cui vale la pena accennare in questo primo articolo della rubrica “Winology".

Seguiteci

Storia
Provate a prendere in mano una bottiglia dal suo collo, portatela a testa in giù’ e guardatene il contenuto in controluce, possibilmente su uno sfondo bianco. Nelle sfumature di colori che si paleseranno ai vostri occhi si rivela una storia millenaria che, unita al corredo olfattivo, gustativo e delle emozioni sincere e indelebili che il liquido odoroso è in grado di suscitare, fa del vino un tratto essenziale della cultura di molti popoli. Le prime tracce di produzione vitivinicola sono state trovate nella regione caucasica, in particolare in Armenia, e sembrano risalire almeno al 4’000 A.C. Persino l’Antico Testamento ci parla di Noé che, a seguito del diluvio, esce dall’arca per piantare sul Monte Ararat una vigna. E di questo non  possiamo che essergli grati. Da lì’ la viticoltura si espanse verso la Mesopotamia e in larghe zone del Mediterraneo, accompagnando lo sviluppo non solo economico ma anche culturale di civiltà millenarie come quella greca e egizia, arrivando fino all’Italia e la Francia, divenute da allora zone di elezione per la coltura della vite e per la produzione di vini memorabili. In epoche più recenti la storia enologica mondiale ha abbracciato il Sud America, Sud Africa e Australia, rispettivamente ad opera degli spagnoli, olandesi e dei migranti europei. In Australia, ad  esempio, si produce del buon Prosecco da parte di migranti veneti.

Cultura
Il vino caratterizza, definisce, accompagna. E’ un tratto distintivo di diverse culture e vessillo di orgoglio e identità. Provate a parlare di cultura vitivinicola con i cugini francesi: con la maggior parte di loro non sarà semplice far passare l’idea che il vino buono possa essere prodotto anche al di fuori dei loro confini nazionali. Il vino è intrinsecamente legato alla tradizione gastronomica di vari paesi. Ad esempio, pasteggiare con un buon bicchiere di vino, magari di propria produzione, è un binomio indissolubile in molte zone d’Italia. Il vino è stato a lungo un alimento: col suo apporto calorico, forniva energia ai contadini che facevano fronte alla scarsa disponibilità di cibo con le scorte di vino derivante da produzione propria. Il vino è stato e continua ad essere anche una prerogativa nobile. Nel suo libro tra i più celebri, Vino al vino, Mario Soldati sottolineava questo aspetto, specie nelle sue visite presso casati nobiliari che producevano vino nelle terre di loro proprietà, dal Piemonte alla Sicilia. Persino in Francia, il Pinot Nero Romanée-Conti prodotto da un suo cugino nel comune di Vosne-Romanée, in Borgogna, era bevuto da Luigi XIV, il Re Sole. Fortunatamente, però’, il vino non è tutto uguale. C’è quello buono e quello meno buono. Il vino da aperitivo, da pasto e da meditazione. Sono numerose le sfumature che caratterizzano il liquido odoroso.

Seguiteci nelle prossime puntate in questo viaggio per saperne di più sul mondo del vino.















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